PUBLICADO PARA HOY 2 DE SEPTIEMBRE
Con motivo del artículo del Lic. Ernesto Vera publicado en nuestra página web, recibimos esta comunicación de Gordiano Lupi, lo que nos obliga a exponer algunos fundamentos relacionados con el tema, pues la homofobia en Cuba es un problema institucional de la administración política del Estado, cuando la Constitución establece que el Partido Comunista es el Organo Rector de la Sociedad y por tanto la Unión de Jóvenes Comunistas responde a los mismos lineamientos del Partido. Entonces lo primero que se debe tomar en cuentas para combatir la homofobia es cambiar los Estatutos del Partido Comunista de Cuba, para que dé cabida a los homosexuales, porque al no ser admitiditos en sus filas, por consiguiente son marginados para muchos espacios, incluso laborales, que no podrían aspirar por no ser militantes del Partido.
En las tolerancias cubanas hay que tener ciertas observancias, por ejemplo, cuando de autorizó que los que practicaban alguna religión podían ser admitidos en la fila del Partido Comunista, no se aceptó de igual manera, para los que eran ya militantes y se pronunciaran como religiosos, incluso si lo hacían eran separados del PCC y la UJCC.
Víctor E Sánchez
Periodista Independiente.
COMUNICATO STAMPA
Sabato 4 settembre sarò a Lugano alla Radio Svizzera per partecipare a un programma su Cuba insieme a Mariela Castro, figlia del presidente cubano Raul. Il programma andrà in onda dalle 10 alle 12. Si potrà seguire anche in Italia su internet sul sito della Radio Svizzera. In studio anche il dottor Franco Cavalli - parlamentare socialista. Sito Radio Svizzera: www.rsi.ch. Ringrazio per l'eventuale diffusione della notizia.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
www.lastampa.it/generaciony
www.tellusfolio.it
http://gordianol.blogspot.com/
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Un soldato cubano in Angola vive un incubo di cinque anni che lo porterà a conoscere orrore su orrore, fino all’esperienza indicibile del cannibalismo. Da reduce, quel ricordo diventerà per lui insopportabile, un peso destinato a trasformarsi in brama di carne. Metodico come il più inumano degli assassini, sceglierà allora le strade povere dell’Avana per dare la caccia alle sue vittime innocenti.
Creando un affascinante connubio di horror e reportage, Gordiano Lupi torna a Cuba per raccontare una parabola che afferra allo stomaco, una storia cupa sull’ossessione del male e, insieme, un viaggio impietoso in una terra che resta ancora da scoprire.
L’esplorazione della cultura di un popolo s’intreccia alle trame spietate di una guerra condotta in modo barbaro fino all’inverosimile. Il punto di partenza è infatti l’Angola, dove i soldati cubani sono costretti a vivere un tormento assurdo e privo di logica, nel cuore di un’Africa selvaggia, tra mangiatori di scimmie, ritualità macabre e violenza efferata. A vivere l’incubo è un cittadino comune, con una moglie incinta che lo attende all’Avana e, come sorte, un percorso senza ritorno nella follia.
Asciutto, teso e lucido, il romanzo procede con ritmo inflessibile per concentrarsi sul ritorno a casa del reduce, dove la spersonalizzazione operata dalla guerra e dalle crudeltà di un regime segneranno le ultime tappe del suo destino. Rimasto vedovo, l’uomo si ciberà di innocenza, paradossalmente senza smettere la propria sensibilità, l’amore per il figlio, né il senso di colpa. Così la storia si fa emblematica, disegnando scenari in cui il macabro s’allea con la realtà, la pena con la follia, l’amore con la morte.
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